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Volevo fare il #FabioVolo

  • Immagine del redattore: Saz
    Saz
  • 13 feb 2013
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 13 feb 2018



Quel legame sottile che ci unisce. Una vita di ripetizioni di fatti, gesti, paesaggi, odori, canzoni. Ogni volta ti riportano indietro, ti ricordano quel momento, quel secondo. Se succede che ad assaggiare questa madeleine non sei da solo ma proprio con quelle persone che ascoltando quella canzone, ritornando in quel luogo, ridendo a quella precisa battuta pensano alla stessa identica cosa a cui pensi tu, allora è un'epifania. Un momento perfetto, struggente. Succede sempre i colleghi di lavoro, vero? Per non parlare degli amici. Storie su storie che ci si inventa e costruisce piano piano tra di noi.

Ma quando succede con chi hai amato, che siete lì e all'improvviso parte una canzone e fate finta di niente e la canticchiate e lo sapete entrambi che state pensando esattamente la stessa cosa e siete confusi perche è come tornare a fare parte di qualcosa di speciale che in realtà non è mai finito, il legame non si può mica distruggere neanche dopo anni, nemmeno quando non ci pensi più...

E quando vi succede ma non siete insieme vi vivete il ricordo, l'emozione, consapevoli che all'altro non lo racconterete mai. Quando smetterà di avere significato, una cosa così? È tutta questione di intensità. Ci sono alcuni ricordi che per quanto ci provate a dimenticarli vi tortureranno per sempre. Anche nel momento in cui siete più felici vi fanno spuntare quel sorriso amaro sulla bocca, e vi mordete le labbra per non piangere, tornano quando meno ve lo aspettate. Non è necessario che siate soli, a letto, la sera. Sono sempre lì.

Ci incespicate camminando per quella strada; li urtate nel tentativo di scansarli ma non ci riuscite perche loro non hanno fretta. Vi aspettano.

Dentro un articolo di giornale che parla di politica; vi sorprendono mentre bevete una birra dopo il lavoro. Spuntano fuori con l'odore di crema solare e nel quaderno di appunti di quel corso all'università, a volte sono scritti su un pezzetto di carta che vi hanno dato come biglietto per Natale e avevate lasciato in quel libro che stavate leggendo, quello di uno scrittore russo. L'unico modo per tollerarli è essere consapevoli che quel legame speciale, quell'amicizia esplosiva, quell'attrazione costante, non finirà mai. Farsene una ragione e soprattutto non chiedersi mai più perché. Perché non vi vedete più spesso come prima, perché non vi amate più, perché quel viaggio e le canzoni sulla strada di notte fumando una sigaretta non lo avete più fatto. Lo sapete che è irripetibile. Continuate a mordervi le labbra e basta. Ogni anno che passa i solchi diventeranno più profondi e più numerosi. Si chiamano rughe. Si chiamano vita. L'unica costante lì in mezzo sei tu. Con i tuoi colpi in canna, pronta a sparare, ancora una volta, sulla Crocerossa.


Originally published on my blog Gufi da Hogwarts, 13/02/2013

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