Mondi paralleli
- Saz
- 2 feb 2013
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 13 feb 2018

In pratica quando ti trasferisci succede che vivi in due mondi paralleli. All'inizio, diciamo i primi tre mesi, ti sembra che nella nuova situazione non ti ci trovi proprio. Muori dalla voglia di tornare a casa, di fare le cose di sempre, di sentirti in famiglia, di avere qualcuno con cui uscire quando non vuoi restare sola. Sono mesi duri. Poi, non appena a casa ci torni, ti sembra di non essere mai partita. Tutto è così, proprio come te lo ricordi e non ti serve niente altro. Gli amici, la mamma, il papà, Lory. L'affettato, il bidet, parlare solo ed esclusivamente nella tua lingua, spegnere il cervello e dormire nel tuo letto con la micia morbidosa. Ma a un certo punto, inevitabilmente, succede che devi prendere un aereo, o un treno, o guidare un'auto per rifare capolino nella tua nuova vita.
Ed è come se non fossi mai partita. Ti ritrovi lì con i nuovi soliti luoghi, le piccole abitudini e i passi che ormai sai contare ad occhi chiusi, compresi gli ostacoli lungo il tragitto.
Aggiungeteci a piacere qualsiasi nuovo stimolo: un lavoro, un amore, un luogo nuovo che non conoscevi ma ti piace tanto. La sensazione di stare costruendo e di sentirsi indubbiamente e insanamente iper produttivi.
E capisci che c'è tutta una vita di persone che vivono in mondi paralleli. Un po' di qui e un po' di là. Senza farsi coinvolgere più di tanto da quello che succede nell'altro universo finché non ci si rimette piede, e viceversa. E ogni volta che si sta da una parte o dall'altra vivere tutto come se quella fosse l'unica esistenza possibile, quella che ti sei scelto perché è così che hai deciso che deve essere.
E' sorprendente. Dopo un giorno che sei tornata non ti sembra di essere mai partita. E' naturale, è ufficiale e per nulla ufficioso. E' bello. Ovunque tu sia. Basta solo farsene una ragione.
Originally published on my blog Gufi da Hogwarts, 01/02/2013
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